40 anni di cammino insieme

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A cura di Paolo Meli


40anni poster

Quando nel 1976, dopo aver finalmente trovato casa, il primo impegno del gruppo fu quello di dare un nome all’esperienza che stava nascendo, sul tavolo c’erano varie proposte, nel nome si voleva racchiudere lo stile, il progetto e il sogno di realizzare una proposta che dicesse chi volevamo essere. Emmaus! Questo nome, si rifà al vangelo di Luca è stato scelto e posto come punto di riferimento del nostro operare in tutti questi anni; il racconto narra che due discepoli sono in cammino tristi e delusi, incrociano Gesù che si affianca e cammina con loro, arrivati a Emmaus lo invitano a restare con loro e solo nel momento della condivisione del pane riconoscono in lui Gesù. 

Con queste parole Rosangela Abbiati, una delle cofondatrici e attuale presidente dell’Associazione Emmaus, assieme a don Giuseppe Monticelli, prete bergamasco morto nel 2009, ricorda i primi passi e le prime scelte di questo lungo cammino.

“Il racconto dei discepoli di Emmaus è molto suggestivo perché ci trova estremamente coinvolti nella nostra realtà di gente sempre in cammino.

Il mondo del viaggio porta con sé molte incertezze, dubbi, paure e interrogativi ma anche e soprattutto desideri.

Come per i discepoli anche noi abbiamo iniziato un cammino a volte pesante e faticoso ma sempre segnato dalla certezza che se semini bene alla fine si raccoglieranno frutti. Abbiamo incontrato tante persone sulla nostra strada che hanno condiviso i nostri progetti, a volte un po’ azzardati, e sognato con noi un mondo migliore. Ma soprattutto abbiamo incrociato tante vite, a volte spezzate o ferite, e ne siamo usciti tutti cambiati. Così siamo cresciuti attraverso tante storie che intrecciandosi hanno arricchito il nostro mondo.

In questi 40 anni abbiamo diversificato i servizi perché sono aumentati i bisogni e sono emerse nuove “emergenze”, la società è diventata più complessa, le fragilità più diffuse. Abbiamo sempre riservato un’attenzione particolare alla ricerca e alla progettazione.

La prima tappa del nostro cammino è stata segnata dall’incontro con il problema della tossicodipendenza che ha dato origine alla comunità di Lovere, e poi a Gandosso, per arrivare alla sede definitiva di Chiuduno. Nel 1989 abbiamo dato vita alla prima Casa per malati di AIDS a Bergamo, sono nati il progetto Vivere al Sole per i bambini con HIV,  CasaChiara per le famiglie più fragili, Casa Raphael ancora per persone con HIV/AIDS”.

Ma lo stile resta quello ispirato da Don Giuseppe.

Fare casa, delineare dei confini, alzare un tetto, darsi quattro mura e condividere” spezzare insieme oltreal pane quotidiano le proprie debolezze, le speranze, i sogni.Perché è solo nell’incontro, nel camminare insieme e nellacondivisione che continueremo ad essere Comunità Emmaus.

L’anniversario è di quelli che contano, ma l’Associazione non vuole cadere nelle tentazioni celebrative o autoreferenziali.

Comunita Emmaus_Logo_40anni_CMYK“….vogliamo metterci in discussione, rileggere il nostro modo di lavorare, verificare la validità e attualità dei nostri progetti e rilanciare il nostro impegno nel presente con uno sguardo attento ai cambiamenti, ai nuovi bisogni e alle prospettive di sviluppo per il futuro.

Quello che siamo oggi è il frutto del lavoro di tanti operatori, volontari e amici che con noi hanno sognato e creduto che è possibile cambiare un po’ il mondo e tentare insieme di costruire una società più a misura di uomo. Sarà il nostro impegno per i prossimi 40 anni….

Il calendario delle iniziative previste nei prossimi mesi prevede un cammino a tappe dentro i vari servizi gestiti dall’Associazione, con momenti aperti al territorio, ma sono previsti anche spazi di lavoro e di verifica all’interno delle singole equipe e occasioni di confronto, dialogo e scambio con gli interlocutori esterni, le istituzioni e le associazioni.

Per info aggiornate su iniziative ed eventi visita il nuovo sito www.comunitaemmaus.it

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