A Bergamo non si lascia indietro nessuno

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È  partito in questi mesi un nuovo progetto promosso dalla Cooperativa Don Giuseppe Monticelli – Bergamo leaves no one behind – che si focalizza sulle popolazioni fragili in cui la lotta all’HIV richiede particolari attenzioni.

 

I dati della Cascade of Care di Bergamo mostrano come, nonostante i buoni risultati raggiunti anche durante l’emergenza Covid, a fronte delle circa 3225 persone con HIV stimate, esista una quota di persone HIV positive che non sono consapevoli del proprio stato sierologico (circa 300) e una quota di persone che sono consapevoli ma risultano perse al follow up e che, presumibilmente, faticano a mantenersi in cura (altre 300 persone circa). Il dato sull’efficacia della cura nelle persone che restano agganciate all’ospedale cittadino indica invece un’altissima percentuale di azzeramento della carica virale nelle persone in cura e una buona percezione della qualità di vita.

Rispetto alle persone inconsapevoli e perse al follow up, è presumibile che si tratti in buona parte di persone particolarmente vulnerabili e fragili tra cui: migranti, senza dimora, tossicodipendenti, sexworkers, persone con problematiche psicologiche, persone sole.

Le azioni sviluppate da Bergamo Fast-track city hanno consentito, anche in piena emergenza pandemica, di non abbassare la guardia e di implementare le azioni di offerta del test e di sostegno alla cura.

In totale nel triennio 2019-2021, sono stati realizzati 2554 test per HIV1967 test per HCV e 1842 test per sifilide. Un risultato importante e in continua crescita. Le molteplici attività di testing mirate alle popolazioni vulnerabili hanno evidenziato lo loro efficacia in quanto l’incidenza di test reattivi è maggiore nei test effettuati nei luoghi della marginalità.

Il lavoro fatto sin qui e i dati raccolti hanno creato le premesse, in termini di collaborazioni tra organizzazioni del terzo settore e Istituzioni Sanitarie, per un importante e decisivo sviluppo delle attività che riguardano le popolazioni più fragili.

Il primo obiettivo del nuovo progetto Bergamo leaves no one behind è consolidare l’offerta del test nei luoghi della marginalità e migliorare il linkage e la retention in care delle popolazioni particolarmente vulnerabili sviluppando servizi innovativi per l’HIV che possano avere un impatto sull’epidemia, prevenendo nuove infezioni e garantendo che le persone che vivono con l’HIV accedano rapidamente ai luoghi di cura, continuino a curarsi e percepiscano una buona qualità di vita.

Sono già stati individuati alcuni contesti, tra cui il Drop-in presso la stazione ferroviaria cittadina gestito dalla Cooperativa di Bessimo, altri spazi presso servizi storicamente rivolti alle popolazioni vulnerabili come il Nuovo albergo Popolare della Fondazione Opera Bonomelli, il dormitorio notturno Galgario della Caritas Bergamasca e alcuni servizi a bassa soglia del Patronato San Vincenzo di Bergamo e Sorisole. Inoltre, abbiamo avviato una collaborazione con l’Associazione Melarancia per il test offerto con una postazione mobile nei luoghi della prostituzione di strada e per il test offerto al domicilio della prostituzione in appartamenti. Altre opportunità sono previste attraverso la collaborazione con ONG legate alla Caritas Bergamasca che promuovono l’accoglienza di profughi di varia nazionalità in attesa di valutazione della richiesta di permesso di soggiorno.

Il secondo obiettivo riguarda azioni atte creare un contesto favorevole all’accesso al test e al mantenimento in cura, migliorando le informazioni e combattendo lo stigma. Tale obiettivo si svilupperà attraverso attività di sensibilizzazione della comunità (community outreach) e educazione con particolare attenzione alle popolazioni più vulnerabili. Riteniamo ciò costituisca una premessa fondamentale all’aumento dell’accesso al test e al miglioramento della retention in care.

Anche per questo secondo obiettivo, fondamentale sarà la valorizzazione dell’esperienza e delle competenze specifiche e la collaborazione con le realtà sopra citate, con un attenzione particolare alla formazione degli operatori che già si occupano di mediazione culturale, in particolare con la collaborazione della Cooperativa Ruah.

Il rafforzamento della rete territoriale tra istituzioni pubbliche ed organizzazioni del terzo settore che si occupano di HIV a vario titolo è un punto di forza della nostra provincia e delle azioni previste da questo progetto, che è inserito e coordinato nel programma di ampio respiro di Bergamo Fast-Track City.

Per fare tutto ciò, La Cooperativa Don Monticelli ha partecipato e vinto un bando internazionale di Gilead Sciences Zeroing In: Ending the HIV Epidemic (EHE), unico progetto tutto italiano ad essere finanziato dalla casa farmaceutica americana.

Nonostante la scarsità di risorse pubbliche dedicate, la Società Cooperativa Sociale Don Giuseppe Monticelli, in continuità con l’impegno dell’Associazione Comunità Emmaus, non rinuncia a giocare la partita della sensibilizzazione, dell’informazione e della formazione su HIV/AIDS, con un occhio di riguardo verso le giovani generazioni e le popolazioni più vulnerabili, combattendo il progressivo silenzio calato sul tema a partire dalla fine degli anni Novanta. Lo riteniamo parte integrante e fondamentale del lavoro che svolgiamo da oltre 30 anni accanto alle persone con HIV, soprattutto quelle più fragili, nelle nostre Case Alloggio e attraverso i servizi di ascolto e di auto-aiuto.

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