Osare la speranza 2.0

OSARE LA SPERANZA 2.0 è un progetto della Caritas Diocesana di Bergamo, in collaborazione con l’Associazione Comunità Emmaus e finanziato da un apposito fondo della Conferenza Episcopale Italiana derivante dall’8×1000, che mira a riattivare l’attenzione al problema HIV/AIDS attraverso azioni di informazione, sensibilizzazione e formazione rivolte, in generale, alla comunità territoriale ed, in particolare, ad alcuni target specifici tra cui: adolescenti/giovani, operatori e volontari dei servizi Caritas e di altri enti ad essa collegati, volontari dei centri di Ascolto Parrocchiali e operatori dei servizi pubblici e privati con cui esistano collaborazioni.

Si intende così aumentare la percezione della diffusione della malattia e del rischio di contrarre l’infezione e la conseguente necessità di sottoporsi al test e, nel contempo, far diminuire i pregiudizi e lo stigma sociale ancora diffusi, così da favorire il rispetto e il senso di solidarietà e di accoglienza verso chi è sieropositivo o malato di AIDS.
Circa 25 anni fa, l’Associazione Comunità Emmaus assieme alla Caritas Diocesana Bergamasca ed altre realtà pubbliche del territorio promossero il progetto “Osare la Speranza” come reazione all’AIDS e alla sua forte onda di sofferenza, di morte e, soprattutto, di paura e pregiudizio. Oggi si vuole rilanciare in modo forte e su più livelli l’impegno di “lotta all’AIDS” e di promozione della solidarietà: OSARE LA SPERANZA 2.0 si basa sull’idea che sia possibile e necessaria un’alternativa culturale ed operativa per contrastare l’indifferenza e il silenzio per le stesse ragioni di ieri.
Occorre, ancora oggi, imparare a proteggersi dal virus senza emarginare le persone che ne sono affette.
Oggi come ieri, serve distinguere tra comportamenti e categorie a rischio, promuovere la prevenzione accanto ai valori del rispetto per se stessi e gli altri, educare al test e rimuovere paure e pregiudizi che, seppur più striscianti e meno eclatanti, sono tuttora ricorrenti.

Durante l’anno scolastico 2014/15, si è realizzato un percorso di prevenzione e sensibilizzazione sulla problematica HIV/AIDS rivolto ai ragazzi delle scuole Secondarie di Secondo Grado e degli Oratori di Bergamo e provincia, che è culminato in un concorso a cui i ragazzi hanno partecipato realizzando un elaborato/prodotto immaginato come strumento di informazione e sensibilizzazione rivolto ai propri coetanei e alla popolazione in generale.
Sono stati presentati più di 70 lavori, alcuni realizzati da gruppi di studenti, altri da singoli.
Sono stati consegnati, durante l’evento del 6 giugno, presso l’auditorium del Liceo Scientifico Mascheroni di Bergamo, 12 premi.

I seguenti documenti illustrano il progetto e le modalità di presentazione del concorso:

Il progetto ha avuto ottimi riscontri per quanto concerne la partecipazione degli studenti: sono stati coinvolti direttamente circa 1500 studenti appartenenti a 10 istituti superiori della provincia di Bergamo. Al concorso è stata inoltre dedicato un gruppo in facebook che ha consentito di favorire il confronto e dare visibilità e rilievo agli elaborati prodotti dai partecipanti. Ampio rilievo è stato dato da stampa e  TV locali.

  • Bigoni Sara (Infettivologo Ospedale Papa Giovanni XXIII)
  • Cometti Paolo (Associazione Alt Treviglio)
  • Giannellini Antonella (Ufficio Scolastico Provinciale – Promozione della Salute)
  • Moretti Roberto ( Asl – Promozione Salute)
  • Pesenti Mariateresa (Istituto Mario Negri)
  • Pinessi Carlo (Museo d’arte contemporanea di Luzzana)
  • Rizzi Marco (Primario Malattie Infettive Ospedale Papa Giovanni XXIII)
  • Testa Beatrice (Provincia di Bergamo Settore Istruzione, Formazione, Lavoro e Politiche Sociali)
  • Liceo Artistico Andrea Fantoni (Bergamo)
  • Liceo Artistico Statale Pio e Giacomo Manzù (Bergamo)
  • Liceo Artistico Simone Weil (Treviglio)
  • Liceo Scientifico Lussana (Bergamo)
  • Liceo Scientifico Mascheroni (Bergamo)
  • Liceo Scienze Umane Lorenzo Federici (Trescore Balneario)
  • Liceo Scientifico e Linguistico G. B. Rubini (Romano di Lombardia)
  • Liceo Scientifico e Ragioneria Giovanni Maironi da Ponte (Presezzo)
  • ISIS Oscar Romero (Albino)
  • CPIA (Treviglio e Verdellino)
  • 10 scuole superiori coinvolte nella formazione
  • 46 classi
  • 1 gruppo alternanza scuola-lavoro
  • 1145 studenti coinvolti nella formazione
  • 300 studenti coinvolti in un evento
  • 70 lavori presentati

A partire dall’esperienza maturata durante il primo anno di lavoro, il Progetto OSARE LA SPERANZA 2.0 si avvarrà, per il 2016, di un nuovo strumento per proporre la formazione nelle scuole e nelle Parrocchie: la mostra dei lavori del concorso.

Inaugurata durante la Giornata Mondiale della lotta all’AIDS del 1 dicembre 2015, nella Street Hospital dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, la mostra è ora in tour tra istituti scolastici superiori e oratori, per sensibilizzare e rendere visibile ai giovani la problematica dell’HIv attraverso i messaggi e i linguaggi sviluppati dai loro coetanei l’anno passato. La possibilità di una visita guidata alla mostra consente, in un tempo relativamente breve, di toccare gli aspetti più cruciali sia della prevenzione dell’infezione, sia della paura che genera discriminazione e allontanamento, ma anche della possibilità di una vita normale nonostante l’HIV.

Più in generale, la seconda annualità del progetto OSARE LA SPERANZA 2.0 continua ad offrire percorsi  formativi nelle scuole e nelle parrocchie, l’opportunità per i giovani di vivere esperienze di volontariato nelle case alloggio della Comunità Emmaus, la possibilità di creare eventi di sensibilizzazione con l’allestimento della mostra, e un’opera di sensibilizzazione attraverso il web, con il sito e la pagina facebook di Vivere al Sole.

Durante l’anno scolastico 2016/2017, il progetto OSARE LA SPERANZA 2.0 si avvarrà di un ulteriore strumento, il social network FACEBOOK. A partire da un’esperienza precedente maturata da ATS, abbiamo costruito una percorso di formazione per gli studenti delle classi terze delle scuole secondarie superiori che si terrà unicamente sul social network.

Lavori premiati edizione 2014/15

Categoria individuale

EMOTICONS
1° classificato: Negri Sofia
Liceo Artistico Statale Pio e Giacomo Manzù – Classe 3G

Motivazione della giuria

Utilizzando un linguaggio “giovane”, intuitivo e fatto di immagini semplici e dirette, il video lancia un messaggio di “normalizzazione” importante: pur essendo una malattia che fa paura e genera solitudine, è possibile convivere con essa, curandosi e usando le giuste precauzioni, senza rinunciare alla speranza di potersi costruire un futuro. Una persona con HIV può amare, essere amata e costruirsi un futuro e una famiglia.

MALATTIA DEL PREGIUDIZIO E DELLA DISCRIMINZIONE
2°classificato: Ian Di Dio
Liceo Scientifico Lussana – Classe 3S

Motivazione della giuria
Lo stile documentaristico e la completezza della trattazione dell’argomento HIV/AIDS affrontato a 360°, sia dal punto di vista scientifico che sociale, fanno di questo elaborato uno strumento efficacie per un approccio articolato a questo tema, utilizzabile con gruppi o classi, spunto interessante per approfondire l’argomento sia con i giovani che con adulti.

INDOSSARE LA SPERANZA
3° classificato: Muscarella Giada
Liceo Artistico Simone Weil – Classe 4E

Motivazione della giuria
Una forte creatività, lo stile molto personale e la particolare incisività del messaggio distinguono questo lavoro orientato a provocare una riflessione sugli aspetti sociali e culturali della malattia: occorre fare propria, indossare, la speranza. Oggi, come 25 anni fa, occorre affrontare lo stigma e il pregiudizio ed assumersi la responsabilità di fermare il virus senza emarginare persone.

Categoria gruppi

NON TI BASTA UNO SGUARDO
1° classificato: Cucchi Silvia – Galliani Chiara – Paiardi Federico
Liceo Artistico Simone Weil – Classe 4E

Motivazione della giuria

Il modello di prevenzione, adottato in diversi paesi, a partire dall’Africa, basato sul paradigma “A,B,C” (abstinence, be faithfull, condom) a cui più di recente si è aggiunta la D di Drugs, è qui ripreso e rilanciato con l’aggiunta del Test introdotto con l’accattivante slogan “non ti basta uno sguardo, metti a fuoco l’HIV: fai il test”. L’HIV non si vede, troppe persone, anche in Italia, sono infette e non lo sanno. Solo il test può consentire di individuare tempestivamente l’infezione. Fare il test, ogni volta che si hanno comportamenti a rischio, è l’unica ed intelligente soluzione. Sapere per tempo se si è infetti, consente di curarsi efficacemente e di evitare di trasmettere il virus ad altri.

TAKE CARE
2° classificato: Agazzi Giulia – Armati Irene – Barbi Renee – Colombi David – Corna Sharon – Donadoni Federica – Iannotta Andra Martina – Fili Mattia – Haxhiu Angela – Menechini Simone – Pasinetti Andrea – Patuzzo Chiara – Pettini Beatrice – Ruggeri Alice
Liceo Scienze Umane Lorenzo Federici – Trescore Balneario
Gruppo Alternzanza Scuola-Lavoro

Motivazione della giuria

Take Care è stato un evento interamente organizzato dai 14 studenti del Liceo Federici di Trescore e proposto a 300 studenti dello stesso istituto. Per fare ciò, il gruppo ha prima lavorato, accompagnati da alcuni esperti, sul tema dell’HIV/AIDS durante il loro percorso di alternanza scuola-lavoro. I ragazzi sono riusciti a toccare molti aspetti del problema, utilizzando diversi linguaggi e riuscendo a mantenere intensità e attenzione da parte di tutto il pubblico presente, tra cui diversi docenti e rappresentanti dei genitori e del territorio. Un bell’esperimento di peer education, da cui si può trarre un modello di intervento molto interessante e produttivo.

INTERVISTE
3° classificato: Biffi Alice – Brambilla Lucia – Mirarchi Meteora – Morrone Alice
Liceo Artistico Simone Weil – Classe 4E

Motivazione della giuria

Si parte dall’intervista ad un’anziana signora che dimostra una certa saggezza e, soprattutto, la capacità di non scadere negli stereotipi o nelle incertezze dettate dalla paura o dalla disinformazione, come fanno alcuni intervistati più giovani di lei. Sono poi i bambini che ci “insegnano” come proteggerci dal virus e ad evitare i pregiudizi! Basta parlarne precocemente, con chiarezza e senza allarmismi: come dire, ci vorrebbe un programma di interventi di prevenzione precoci, mirati per fasce di età e attuati nei contesti scolastici. Indirettamente, il video evidenzia la grave mancanza di politiche di prevenzione e promozione della salute affettiva e sessuale a fronte di una malattia i cui costi sanitari e sociali rimangono elevatissimi.

Categoria didattica

1° classificato: Liceo Scienze Umane Lorenzo Federici, Trescore Balneario
Motivazione della giuria
La scuola ha aderito al progetto Osare la Speranza 2.0 inserendolo nei percorsi di Alternanza scuola-lavoro. 14 studenti hanno lavorato intensamente sulla tematica per una settimana intera, facendo esperienze molto variegate tra loro, accompagnati da due docenti molto motivate. Il risultato è stato un evento che ha permesso di parlare ad altri 300 studenti, in un’esperienza unica di peer education. Anche il preside ha creduto in questo ed è stato partecipe del processo. Genitori e rappresentanti del territorio hanno potuto partecipare. inoltre i ragazzi si sono impegnati molto anche nella diffusione sui social network del loro lavoro e quindi della tematica.

2° classificato: Liceo Artistico Andrea Fantoni, Bergamo

Motivazione della giuria
È la scuola dal quale sono arrivati il maggior numero di elaborati, a significare l’impegno del corpo docenti a sostenere non solo la parte formativa che ha coinvolto quasi tutte le classi dell’istituto (anche se con poco tempo a disposizione), ma anche i processi creativi e di rielaborazione necessari alla partecipazione al concorso. Preside e corpo docenti quindi partecipi, con qualche insegnante molto coinvolta e attiva. Qualche ricaduta sul resto dell’intero istituto c’è stata durante la festa di chiusura.

3° classificato: C. P. I. A., Treviglio

Motivazione della giuria
Questa si può considerare l’outsider del concorso. E’ la scuola per stranieri che fanno corsi di alfabetizzazione e di licenza media per adulti, è dunque un luogo di “frontiera”. I docenti si sono fatti coinvolgere, partecipando alla formazione a loro dedicata con molta attenzione per poter poi sostenere la formazione rivolta ai ragazzi e poterla rielaborare in classe, viste le difficoltà linguistiche di alcuni. Da questa scuola sono arrivati pochi elaborati, ma sono stati il frutto di processi di rielaborazione fatti in classe coi docenti.

Premio messaggio di prevenzione

E SE…
Ex equo: Elena Loucas
Scuola d’Arte Fantoni – Classe 5B

Motivazione della giuria
Il tema dell’assunzione di responsabilità rispetto al proprio passato e alla propria vita affettiva e sessuale è l’originale provocazione offerta da questo elaborato che richiama tutti al rispetto di sé e degli altri. Non sappiamo con chi è stato il partner, ma sappiamo con chi siamo stati noi e soprattutto come: assumiamocene la responsabilità, prendiamoci cura di noi stessi nel rispetto degli altri.

SAPRESTI DIRE CHI
Ex equo: Beatrice Sala
Liceo Artistico Statale Pio e Giacomo Manzù – Classe 3G

Motivazione della giuria

L’HIV non si vede, non si può distinguere chi ha contratto l’infezione da chi non ce l’ha, la persona infetta stessa puoi esserne inconsapevole: un’immagine semplice e chiara evoca questa semplice verità, ma dice anche che siamo tutti uguali e per questo meritiamo rispetto e solidarietà. Ancora una volta ci viene ricordato che non conta, e non è nemmeno possibile, conoscere “chi” ha l’HIV ma conta sapere “come” l’infezione si trasmette. Emarginare le persone non serve a nulla, conta evitare i comportamenti a rischio.

Premio messaggio di solidarietà

THE POWER OF LOVE HEALS
Stephanny Megido Vergara e Martina Romeo
Liceo Artistico Statale Pio e Giacomo Manzù – Classe 3G

Motivazione della giuria
Il messaggio è talmente semplice da poter sembrare “banale” ma è tanto “scontato” quanto profondamente vero: sono importanti le terapie e i progressi della scienza, occorre promuovere la prevenzione e il test, ma ognuno di noi ha innanzitutto bisogno di essere amato ed accolto. La stessa adesione alle terapie necessita dell’accettazione della malattia e, per accettare questa malattia, è essenziale sentirsi accettati ed amati da chi si ha intorno, con e nonostante l’HIV. Amare e sentirsi amato, motiva anche all’assunzione di responsabilità verso la propria vita e quella degli altri. La scelta di evitare la trasmissione del virus, la scelta di curarsi e di “osare” sperare nel proprio futuro, passano attraverso l’affetto delle persone vicine, il rispetto e l’accettazione. È anche il messaggio base per un cambiamento culturale e sociale rispetto all’HIV, perché provoca alla rimozione di pregiudizi, stigma ed emarginazione. Senza dimenticare che l’AIDS rappresenta, simbolicamente, tutte le paure e i pregiudizi verso chi è diverso o sconosciuto e che le paure e i pregiudizi si superano solo entrando in relazione, cercando di conoscere l’altro, abbattendo i muri della diffidenza, evitando le scorciatoie della semplificazione che omologa ed etichetta.

Premio originalità

Non c'è peggior cieco

NON C’È PEGGIOR CIECO
Vitali Jessica
Scuola d’Arte Fantoni – Classe 2A

Motivazione della giuria
Questo lavoro ha bisogno di essere osservato con attenzione perché contiene messaggi che sfuggono ad un primo sguardo. La linea viola, simbolo riconosciuto dell’HIV, nel bene e nel male, sin dagli anni ’90, è rimasta nell’immaginario collettivo per lungo tempo e, dopo 30 anni, ci viene riproposta con una sua originalità, circondando una persona che appare sola e sofferente. Le persone che camminano attorno sono indifferenti, con una benda sugli occhi che può essere imposta (dalla cultura, dal silenzio, dal disinteresse…) ma anche scelta (per comodità ed irresponsabilità). L’HIV non lo si può vedere, ma nemmeno lo si vuole vedere. Spesso si risolve la questione passando attraverso i cliché dello stigma e del pregiudizio che portano ad emarginare le persone la cui infezione si conclama o, addirittura, che immaginiamo possano avere l’infezione perché appartenenti a determinate categorie. La benda evoca il cuore della questione: il non volersi guardare dentro, il non voler mettere in discussione i propri comportamenti ed atteggiamenti, il non voler farsi coinvolgere dalla sofferenza e dal dolore altrui…. Le persone con HIV, non viste, vivono spesso il senso di solitudine e abbandono. Esse stesse temono di essere “riconosciute”, ma ne avrebbero grande bisogno per sentirsi accettate dagli altri e, ancora prima, da accettare se stesse.

Premio Casa Raphael

Contagio

CONTAGIO
Monzani Alice
Scuola d’Arte Fantoni – Classe 2B

Motivazione della giuria
Questo è il lavoro che ha colpito maggiormente gli ospiti di casa Raphael, la casa alloggio dell’Associazione Comunità Emmaus che ha ospitato l’allestimento dei lavori e la giuria durante le votazioni. Il messaggio è molto di impatto, l’aids rappresentato dal copricapo rosso della mamma si trasmette come si trasmette la vita. In egual maniera infatti, si può trasmettere la “morte”, rappresentata dal bimbo-scheletro tenuto in grembo dalla donna. L’HIV passa attraverso liquidi biologici che sono, in se, simboli di vita – sangue, sperma, secrezioni vaginali, latte materno – ma che diventano portatori di sofferenza e di morte. Ciò fa paura e intacca le nostre sicurezza ed è alla radice della fatica a rapportarsi con questa malattia che tocca le nostre parti più profonde ed intime. Infine, la scelta dei tratti della giovane, una mamma africana, ci riporta al problema dei paesi in via di sviluppo, ci parla di ingiustizia e ci ricorda che c’è ancora molto da fare nei luoghi dove la povertà non permette di ottenere i risultati che qui in occidente abbiamo raggiunto.

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