Icar 2016: tra la cura e il prendersi cura

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A cura di Caterina Pellegris

 

icar 2016

ICAR 2016 (Italian Conference of AIDS and Antiviral Research) si terrà a Milano, presso l’università Milano-Bicocca, dal 6 all’8 Giugno.

In continuità con le passate edizioni, anche quest’anno l’obiettivo dell’importante Convegno nazionale sarà quello di presentare e discutere le novità della ricerca in tema di prevenzione, diagnosi e cura dell’HIV, con uno sguardo anche sulle altre infezioni virali. La discussione si avvarrà del contributo soprattutto dei giovani ricercatori e coinvolgerà tutti gli attori interessati, dalla comunità scientifica, alle associazioni di pazienti e alle realtà istituzionali.

Centrale sarà la discussione sull’inizio precoce della terapia, in relazione ai lavori scientifici più attuali che dimostrano i vantaggi nell’intraprendere tempestivamente un percorso terapeutico nei pazienti HIV. Ovviamente questo tema è strettamente connesso alla questione della diagnosi precoce e quindi dell’emersione del “sommerso”. Ogni anno 4000 italiani circa scoprono l’infezione da HIV e quindi iniziano immediatamente la terapia, ma molti di loro si sono infettati ad anni di distanza dal momento della diagnosi, alcuni riportano già alcune conseguenze importanti dovute ad una infezione fuori controllo per così tanto tempo. Le ultime stime parlano di un “sommerso” che corrisponde al 25/30% della popolazione HIV positiva. Ad ICAR 2016, si discuterà di nuovi approcci per far emergere ed arrivare tempestivamente alla diagnosi coloro che si sono infettati, promuovendo strategie più attuali ed efficaci di offerta del test e di cultura della prevenzione. Questo approccio necessità di integrare la dimensione medica e sanitaria con una dimensione più culturale e sociale, in cui le associazioni del terzo settore facciano da sponda alle politiche sanitarie e di prevenzione delle istituzioni preposte.

É interessante il tentativo di ICAR 2016 di

porre all’attenzione della comunità scientifica la necessità di individuare percorsi di cura che nascano dall’interazione tra ricerca di base, ricerca clinica e le esigenze delle persone sieropositive con particolare attenzione alla percezione del paziente e, aggiungiamo noi, di colui che paziente ancora non è, ma avrebbe dovuto diventarlo già da qualche tempo.

La conferenza propone dunque un approccio integrato, al di là della sua dimensione accademica e congressuale, per affrontare i problemi di sanità pubblica connessi alla cura e alla prevenzione delle malattie virali, “un approccio che deve essere sempre più esaustivo e attento alle diverse necessità e peculiarità individuali”.

Nelle intenzioni degli organizzatori, grande spazio verrà dato quindi alle associazioni, in particolare quelle degli attivisti, cioè delle associazioni che raggruppano persone che hanno l’HIV e che possono svolgere “un ruolo chiave nell’identificazione e nell’ottimizzazione di un rinnovato percorso assistenziale”, che tenga conto dei progressi della ricerca, ma anche delle risorse più gestionali, che in questi anni hanno subito se non una contrazione, uno stallo a fronte del numero sempre crescente di pazienti. Basta guardare gli organici dei reparti di Malattie Infettive, per rendersi conto che quasi lo stesso numero di medici di 20 anni fa si occupa oggi dei pazienti con HIV, che nel frattempo sono aumentati molto.

Diventa perciò sempre più importante la collaborazione tra sanitari e terzo settore per ottimizzare le risorse e fornire ai pazienti un aiuto concreto fatto di più voci e professionalità, che si integrano e lavorano insieme.

Abbiamo chiesto al Dott. Franco Maggiolo, infettivologo dell’Azienda ospedaliera Papa Giovanni XXIII di Bergamo, uno dei 3 presidenti di ICAR 2016, quali sono le sue aspettative rispetto alla conferenza: “ Ho molte aspettative sul congresso ICAR di quest’anno e i risultati del lavoro sino ad ora fatto le alimentano e confortano. Prevediamo che circa mille congressisti, tra cui molti giovani, parteciperanno all’incontro. Abbiamo ricevuto dai ricercatori Italiani e da alcuni stranieri 366 comunicazioni, che per il congresso, è il numero più alto mai registrato e che testimoniano l’interesse e la vitalità della ricerca italiana. Il lavoro di sensibilizzazione nelle scuole superiori con il progetto “raccontart” ha avuto molto successo ed i ragazzi hanno inviato 70 lavori artistici al concorso. In collaborazione con il SAE Institute di Milano stiamo approntando dei video divulgativi per la prevenzione dell’AIDS quale testimonianza della volontà di ICAR di aprirsi alla società civile.

testrapido icar

Attueremo in concomitanza del congresso un presidio per l’esecuzione del test rapido HIV e HCV che sarà a disposizione gratuita per la popolazione.

I presupposti ci sono, perché ICAR risulti un proficuo ambito di confronto, aggiornamento scientifico e pianificazione di futuri impegni”

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